domenica 25 ottobre 2015

Castello ululì, lupo ululà

Anche se non siete dei fan di “Frankenstein jr” e non sentite nitrire i cavalli ogni volta che qualcuno nomina Frau Blucher (cosa peraltro che accade molto spesso), sono sicura che anche voi vi sarete chiesti almeno una volta nella vita: ma come sarà davvero la Transilvania? E se ancora non ve l'eravate chiesti, beh questo è il momento per farlo.
Io me la immaginavo come un posto pieno di boschi e montagne. Siccome sono una persona molto matura e con un buon senso della realtà, non mi immaginavo certo una terra popolata da mostri e vampiri, bensì paesini illuminati dal chiaror delle candele e un castello abbarbicato in cima a una roccia (sì, sì, mi immaginavo il castello di Dracula esattamente come nel film di Francis Ford Coppola), abitato da persone vestite con abiti pazzeschi, ecc ecc. Ok, il mio senso della realtà ogni tanto se ne rimane steso sul divano a vedere cosa riesce a fare la mia immaginazione...



Per scoprire la verità su questa regione del nord ovest romeno (e per vedere il castello di Dracula!) sono partita: destinazione Bucarest. Considerato il poco tempo per organizzarmi e i pochi giorni a disposizione, ho messo da parte i pregiudizi su tour organizzati e frenato la voglia di organizzare tutto “fai da me”, e mi sono affidata a un'agenzia specializzata. Se già mi state visualizzando su un pullman gran turismo, in mezzo ad arzilli pensionati ferratissimi su qualsiasi aspetto storico-culturale del nostro viaggio, vi state sbagliando di grosso. Google, infatti, mi ha fatto un enorme regalo facendomi trovare il sito ciaoromania.com: un tour operator romeno che propone viaggi organizzati offrendo anche la possibilità di avere una guida-autista. A conti fatti non ho speso molto di più rispetto a quanto avrei speso se mi fossi mossa in maniera autonoma. Inoltre, la nostra guida Cristi (ciaobucarest.it) si è rivelato un compagno di viaggio impagabile, fonte preziosa di aneddoti storici, di spiegazioni su arte e architettura locale e di “gossip” reali (eh sì, perchè la Romania non solo è stata per lungo tempo una monarchia, e questo probabilmente già lo sapevate, ma è anche illuogo dove torna spesso il principe Carlo di Inghilterra).



Ovviamente non potevo prendere il pacchetto proposto senza dire la mia. Nel programma, infatti, non era incluso un luogo che desideravo vedere dopo aver sentito i racconti di alcuni amici romeni (e aver visto una puntata di TopGear interamente dedicata a questo posto...tanto per non dimenticare le fonti altamente culturali): la Transfagarasan. Anche se il primo pensiero di Cristi è stato “ma questa chi me l'ha mandata?!”, non l'ha dato a vedere e ha fatto il possibile per accontentarci. Abbiamo dovuto rinunciare ad alcune visite previste, ma sono assolutamente soddisfatta della mia scelta (anche perché non so cosa mi sono persa, quindi non posso fare il confronto).



Non mi voglio dilungare sulle spettacolari chiese e le belle città che abbiamo visitato. Per avere un'idea di quello che si può vedere potete leggere gli altri post che ho pubblicato. Qui mi preme parlare di quello che non si trova solitamente nelle guide, o che per lo meno non viene approfondito come io vorrei che fosse: vitto e alloggio.
Cominciamo con gli hotel. Noi abbiamo scelto di alloggiare in alberghi tre stelle e devo dire che ogni volta che entravo in camera rimanevo a bocca aperta. Mi aspettavo camere accoglienti e pulite, certo, ma i posti dove abbiamo dormito offrivano qualcosa in più. Avevano personalità, cosa che mi capita raramente, a meno che non riesca a trovare qualche offerta pazzesca che mi consenta di alloggiare in alberghi a venti stelle.

Hotel Imparatul Romanilor a Sibiu

Casa Cositorarului a Sighisoara



Hotel Bella Muzica a Brasov


Se avete intolleranze, siete vegani o volete seguire un'alimentazione particolare, beh la vedo dura. Non tanto perché non ci sia scelta (probabilmente c'è, non ho approfondito l'argomento), ma perché le proposte delle cene tradizionali sono talmente gustose e particolari che a forza di “non dovrei mangiarlo, sarei piena, ma se non lo assaggio qui quando lo mangio”, ci si ritrova a mettere in stand by ogni buon proposito.


















venerdì 9 ottobre 2015

Un tuffo nel passato a Viscri

Immaginatevi un piccolo villaggio circondato da boschi e campagne, dove tutto sembra essersi fermato al Medioevo, con le strade sterrate e la chiesa fortificata, illuminata solo da candele, a offrire protezione contro gli attacchi esterni. È Viscri, villaggio sassone a circa 45 km a est di Sighisoara. 




Passando in mezzo alle case, tra cui c'è anche quella del Principe Carlo di Inghilterra, si incontrano oche, tacchini, galli e galline che girano liberi. 


La principale attrazione è la chiesa fortificata,  che custodisce oggi un piccolo museo degli usi e costumi del passato. 














Dracula: traumi infantili o follia sanguinaria?

Sono sempre più convinta che molte vicende storiche sarebbero state completamente diverse se fosse entrato in scena un bravo psicologo. Come ad esempio nel caso di Vlad III, principe di Valacchia, che ha ispirato la storia del vampiro più famoso del mondo, Dracula. 



Nato a Sighisoara da Vlad II fu mandato in Turchia da piccolo, insieme al fratello minore, a garanzia di un patto di pace siglato dal padre con il sultano. 



Anche se non fu rinchiuso in prigione ma venne cresciuto relativamente libero, il piccolo Vlad maturò un odio profondo nei confronti dei turchi. In Turchia completò la propria formazione imparando le più atroci tecniche di tortura. 

Tornato in Romania divenne principe di Valacchia e governò mantenendo l'ordine grazie all'introduzione di pene corporali durissime. Tanto per fare un esempio, ai mercanti che rubavano tagliava un braccio. 

Difese il suo regno dai turchi attraverso una strategia del terrore, impalando i suoi nemici o comunque sottoponendoli ad atroci torture. 

Il suo regno fu interrotto da un lungo periodo di prigionia, causata dal fratello che con un inganno riuscì a farlo incarcerare dal re di Transilvania per prendere il suo posto. 


Tornato al potere, regnò ancora per qualche anno finché non fu ucciso. La sua testa decapitata fu spedita al sultano come prova della sua morte e il corpo fu sepolto non si sa dove. 

Andando in Transilvania è d'obbligo visitare il castello di Bran, conosciuto come il castello di Dracula. 

 
In realtà Vlad non lo abitò mai. Ci rimase solo alcuni giorni durante il viaggio verso la prigione. Qui visse invece suo nonno, re di Transilvania. 


Fu Bram Stoker che descrisse questo castello come la dimora del conte Dracula. 


Stoker scrisse il suo romanzo più famoso senza recarsi in Romania, ma documentandosi a distanza sulla storia di questo principe sanguinario. Il fatto che lui per primo avesse scelto come soprannome "l'impalatore", che il suo simbolo fosse un drago, che Dracula significasse diavolo, che lui fosse un amante di torture e pratiche sanguinarie e, non ultimo, che avesse un aspetto tutt'altro che rassicurante, gli hanno permesso di conquistare la fama di "capo-vampiro". 

Al di là della leggenda, il castello di Bran, dimora prediletta della regina Maria, è un bellissimo castello che merita di essere visitato (anche se il biglietto di entrata di 30 lei è sicuramente più caro rispetto alla media locale).

















giovedì 8 ottobre 2015

Vale la visita: Sighisoara (Transilvania)

Nel mio repertorio di viaggi con motivazioni kitsch non poteva mancare la città in cui nacque il principe Vlad III, meglio conosciuto come Dracula. Ed è una fortuna perché Sighisoara è una città incantevole, ancora protetta da una cinta muraria praticamente intatta. 


Il monumento più caratteristico è sicuramente la Torre dell'orologio, che ospita un piccolo museo della storia e delle scienze. L'orologio è abbellito da sette statue che rappresentanti le divinità greche che danno il nome ai giorni della settimana. 





Una piacevole passeggiata lungo le mura cittadine, con le nove torri (una volta erano 14, ognuna dedicata a un mestiere), conduce fino alla Scala segli studenti, una scalinata in legno, coperta, che sale in cima a una collina dove è possibile visitare la Chiesa di San Nicola. 










mercoledì 7 ottobre 2015

Curtea de Arges: nata dal sacrificio di una donna

Ok, il contributo femminile è solo una storia senza alcun valore storico, ma in quanto donna è una versione che mi sento di valorizzare. ;-)
Dunque, la leggenda racconta che Manole, il costruttore che seguiva la realizzazione della chiesa, chiese a due mastri che stavano lavorando sul tetto se sarebbero stati in grado di costruire un'opera più bella. I due malcapitati risposero di sì e per questo vennero lasciati sul tetto senza l'impalcatura per scendere. 
Da quel momento iniziarono i problemi. Ogni nuova cosa costruita si rompeva e i lavori non andavano avanti. Venne stabilito che per risolvere il problema era necessario sacrificare una donna, la prima donna che il giorno seguente avrebbe visitato quel luogo. Tutti avvisarono mogli, madri e sorelle di non recarsi sul luogo dei lavori. La prima donna a presentarsi fu così la moglie di Manole, che venne murata viva nella chiesa e i lavori ripresero a pieno ritmo (ringrazio la nostra guida Cristi per averci narrato questa storia in modo davvero suggestivo).





Al di là della storia, il luogo merita la visita, sia per la bellezza architettonica della chiesa, con le particolari torri esterne che sembrano avvitate nel cielo e le sontuose decorazioni interne, sia per l'atmosfera di pace e devozione, che si respira in modo particolare nel vicino monastero, dove sono conservate le reliquie di santa Filofteia. 

Transfagarasan: una delle più belle strade al mondo

Costruita negli anni Settanta, in soli cinque anni, con 6.000 tonnellate di dinamite, 90 km che si snodano fino a oltre 2.000 metri di altitudine. È la Transfagarasan, considerata una delle più belle strade al mondo.  
Personalmente posso dirvi che il primo tratto è abbastanza noioso. Passata la diga sul lago Vidraru si prosegue lungo una strada abbastanza malmessa in mezzo al bosco. 



Attenzione! Importante fare il pieno prima di mettersi in viaggio perché le uniche costruzioni lungo la strada, a parte alcuni alberghi (ma nessun distributore), sono dei graziosi capitelli. 

A un tratto si arriva in un piccolo paese, che c'è da chiedersi come faccia a sopravvivere durante i mesi invernali visto che la strada viene chiusa dai primi di novembre fino alla fine dell'inverno, e da lì (a circa 1.500 m slm) lo scenario si fa più interessante, la strada inizia a inerpicarsi in maniera decisa e il paesaggio diventa più caratteristico con cascatelle, ruscelli, prati e baite.  


Poi quasi per caso, facendo una curva ti giri a guardare indietro e scopri un disegno astratto, fatto di asfalto, che sembra quasi decorare la vallata. So che è una strada di cemento, so che tecnicamente deturpa il paesaggio naturale, ma la sensazione è da un lato di grandiosità per l'imponenza dell'opera realizzata e dall'altro di gioco per l'irregolarità dei tornanti che sembrano degli scarabocchi fatti sopra pensiero da un qualche ingegnere distratto.